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sabato 13 marzo 2010

RICCARDINO TRE MESI



LA DONNA MORTA DI PARTO A MONTECCHIO

Riccardino non ce l'ha fatta
una vita lunga tre mesi,Il piccolo Riccardo D'Angelo non ce l'ha fatta. A tre mesi dalla nascita, che il 15 dicembre costò la vita alla sua mamma, la 38enne di San Polo Cristina Campari, il neonato si è spento giovedì per arresto cardiaco all'ospedale di Parma. Si chiude nel modo più tragico una vicenda che ha portato la procura di Reggio ad aprire un'inchiesta





Il piccolo Riccardo D'Angelo non ce l'ha fatta. A tre mesi dalla nascita, che il 15 dicembre costò la vita alla sua mamma, la 38enne Cristina Campari, il neonato si è spento giovedì per arresto cardiaco all'ospedale di Parma.
Si chiude così, nel modo più tragico, una vicenda che ha provocato profondo dolore tra i familiari e gli amici della donna e che ha portato la procura di Reggio ad aprire un'inchiesta per fare piena luce su ciò che accadde la sera del 15 dicembre in una sala operatoria dell'ospedale Franchini di Montecchio, dove la donna era entrata per dare alla luce il suo secondo figlio, Riccardo.

Ma il piccolo accusò subito problemi respiratori e la madre, poco dopo il parto, morì a causa di un'emorragia. Trasferito d'urgenza, la sera stessa, all'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio, nei giorni successivi il piccolo Riccardo D'Angelo venne trasportato all'ospedale Maggiore di Parma dove, nonostante le cure amorevoli dei medici, giovedì ha cessato di vivere. Lo hanno assistito amorevolmente il papà Antonio, i nonni materni Combes Campari e Isetta Zamboni, lo zio Roberto e la sorellina Jessica, ai quali i medici non avevano però mai lasciato speranze.

«Gli avevano dato tra i quattro e i sette mesi di vita, se così si poteva chiamare _ rivela il nonno Combes _ Guardarlo in quella stanza di ospedale, così piccolo e pieno di tubi, era una tragedia. Un'immagine che aggiungeva sofferenza a quella che, dopo la morte di mia figlia, non riusciamo a smettere di provare. Ora ha finito di soffrire e potrà tornare accanto alla sua mamma, nel loculo del cimitero di San Polo che avevamo già preso per lui dopo la morte di mia figlia Cristina, ma i funerali non sono ancora fissati».

Il tempo non ha certo mitigato la rabbia per la perdita della figlia e, ora, per quella del nipotino: «Vogliamo sapere la verità, oggi più che mai _ aggiunge Combes Campari, la cui famiglia si è affidata all'avvocato Noris Bucchi _ Non credo che possa essere stata una tragica fatalità anche perché, di solito, anche di fronte a complicazioni, o la madre o il bambino vengono salvati. In questo caso, invece, abbiamo perso entrambi. Mio genero Antonio, che era in sala parto, mi raccontava di come, dopo il parto, tutti si siano preoccupati del bambino, che faceva fatica a respirare, mentre mia figlia è rimasta sola, nonostante dicesse che stava male. Se qualcuno ha sbagliato, vogliamo che sia fatta giustizia».
Giustizia che non potrà comunque restituirgli l'amata figlia. «La nostra vita non sarà mai più la stessa _ conclude Campari _ Ci sono giorni drammatici e giorni un po' meno brutti, ma a me e mia moglie viene sempre in mente che Cristina (e ora anche Riccardo) non c'è più e il modo assurdo in cui, in quello che doveva essere un giorno felice, è morta, senza un perché».

Per la morte della donna - e per le lesioni gravi riportate dal bambino, che ora è morto - è stata subito aperta un'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, che è ancora in attesa dell'esito dell'autopsia eseguita dal medico legale Antonio Osculati, dell'Università di Varese, un perito che si è occupato anche del caso di Cogne. Allo stesso perito, lunedì pomeriggio alle 15, verrà conferito l'incarico per eseguire l'autopsia anche sul neonato.

Dopo il decesso di Riccardo, cambierà anche l'ipotesi di reato per le cinque persone finite sul registro degli indagati: si tratta di Lorenzo Spreafico, primario del reparto di ginecologia del Franchini, di due ostetriche e due ginecologi (un uomo e una donna).
Inizialmente indagati per omicidio colposo, per la morte della donna, e lesioni colpose gravi (riferite alle condizioni del bambino), dopo il decesso del piccolo Riccardo l'ipotesi di reato potrebbe essere trasformata in omicidio colposo plurimo.

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