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martedì 5 gennaio 2010

Castellammare, arrestato l'ex manager Asl



Castellammare, arrestato l'ex manager Asl

UN'AZIENDA sanitaria dilaniata da uno scontro fra «due centri di potere contrapposti che si fronteggiavano con mezzi illeciti per accaparrarsi le risorse economiche». Uno scenario da «assalto alla diligenza», quello dell'Asl 5 di Castellammare di Stabia, delineato da un'indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Torre Annunziata Raffaele Marino che vede ora agli arresti domiciliari l'ex direttore generale della Asl, Gennaro D'Auria,e il dirigente Giuseppe Porcaro, accusati di violenza privata (reato così derubricato dal giudice rispetto all'ipotesi di concussione formulata dal pm) ai danni di farmacisti, titolari di centri accreditati e altri privati attivi nel settore della sanità. Al solo Porcaro è contestata anche una tentata concussione: avrebbe chiesto, ma senza ottenerli, 2 o 4 mila euro alla titolare di un ambulatorio dentistico per il rilascio di un parere favorevole. Gli indagati sono complessivamente 12. L'inchiesta, condotta dai carabinieri della pg della Procura e del gruppo di Torre Annunziata, è partita tre anni fa delle denunce presentate dallo stesso D'Auria e da un avvocato, Giuseppe Ruocco, indagato per falso ma non raggiunto da alcun provvedimento. Secondo l'accusa i due rappresenterebbero altrettanti «centri di potere»: da una parte quello che, attraverso il meccanismo delle «azioni giudiziarie seriali per il recupero dei crediti vantati dalle Asl», bloccava con il pignoramento i fondi erogati all'azienda ostacolandone la gestione economica: un lavoro a prima vista «professionale, svolto in regime di concorrenza fra avvocati» ma considerato dalla Procura gestito «in regime di monopolio grazie a una fitta rete instauratasi tra lo studio dell'avvocato Ruocco» e l'Asl 5. Dall'altra, quello ritenuto facente capo a D'Auria il quale mostrando di voler «ripristinare la legalità» avrebbe in realtà puntato a creare «un nuovo sistema illecito con diversi soggetti e diverse logiche». Il manager, è la tesi degli inquirenti, avrebbe «posto in essere minacce esplicite e implicite ai creditori dell'azienda per costringerli a revocare i mandati conferiti allo studio Ruocco e ad altri difensori». D'Auria avrebbe scatenato una «lotta senza quartiere contro l'avvocato Ruocco» finalizzata, scrive il procuratore Diego Marmo, a creare un «paravento "legale e morale" per mettere le mani su una grossa fetta di denaro speso dall'Asl per il contenzioso». Gli inquirenti contestano anche la scelta di D'Auria di affidare a legali esterni la difesa dell'Asl nel contenzioso seriale: fra il 2006 e il 2006, rileva la Procura, «sono stati conferiti oltre 22 mila incarichi esterni in violazione della normativa specifica, sempre agli stessi difensori» che avrebbero percepito rispettivamente oltre un milione e 300 mila euro il primo e 119 mila euro il secondo. «Tale collaborazione - commenta il pm - si è conclusa con la soccombenza dell'Asl 5 nel 95 per cento delle cause con un aggravio di spesa» quantificato in 24 milioni di euro. Su questo punto il gip non ha ritenuto sussistente il peculato ipotizzato dal pm ravvisando solo un abuso d'ufficio. Secondo l'accusa, il contenzioso era «lo strumento per "gestire di fatto" la cassa dell'azienda», con un giro d'affari stimato in circa 700 mila euro mensili «sottratti alla destinazione pubblica per essere spartiti tra avvocati, finanziariee alti funzionari». Afferma l'avvocato Giovambattista Vignola, che assiste D'Auria e Porcaro insieme all'avvocato Pippo Nardone: «È lo stesso gip ad affermare che D'Auria, attraverso la riduzione delle azioni legali, non voleva conseguire alcun vantaggio personale ma solo contrastare l'aggressione alle casse dell'ente. È sorprendente che con questa motivazione sia stato disposto l'arresto. E conoscendo l'equilibrio del procuratore Marmo mi stupisce l'esecuzione del provvedimento alla vigilia di Natale». L'avvocato Ruocco, attraverso il suo difensore, Gaetano Inserra, dice: «L'inchiesta nasce da una denuncia che ho presentato io in Procura. Sono stato sentito a chiarimenti anche dal procuratore Marmo, ho un solo centro di potere: quello del mio studio». - DARIO DEL PORTO

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