Il mago del bisturi non può operare
Cinque casi di malasanità per Zamboni
di Fabio Manca
Sono cinque i casi di presunta malasanità che coinvolgono Fausto Zamboni, mago dei trapianti di fegato e primario del reparto di Chirurgia generale del Brotzu. Lo si evince dalla richiesta di sospensione dall’attività chirurgica ordinaria richiesta dal pm che conduce l’inchiesta, Maria Virginia Boi, e accolta mercoledì dal giudice del riesame Massimo Poddighe.
Ma nonostante le gravi accuse, tutte da provare, molti si sono schierati dalla sua parte. I 150 trapiantati di fegato, che per lunedì hanno annunciato una manifestazione di solidarietà al Brotzu, parte dei colleghi (“è un uomo che salva le vite, non un chirurgo che semina morte”), la stessa direzione del San Michele, che “nel rispettare l’operato della Magistratura e in attesa di leggere le motivazioni della sentenza del Tribunale del Riesame di Cagliari, conferma la sua piena e totale fiducia al dottor Fausto Zamboni”.
Dure le accuse di Franco Meloni, consigliere regionale del Pdl, l’uomo che da direttore generale del Brotzu, nel 2003 portò Zamboni a Cagliari per far decollare l’attività dei trapianti: “La verità è che qui si sono saldati interessi che chi opera nella sanità conosce benissimo. Zamboni è un grande chirurgo e dà fastidio, increspa le acque stagnanti del mare della chirurgia cagliaritana che da decenni governa il sistema. E’ venuto fuori senza chiedere il permesso ai vecchi baroni e questo non poteva essere accettato”.
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