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domenica 31 gennaio 2010

Bimbo muore. Ma la malasanità faccia unire l'Italia

Non c'è posto per un neonato all'ospedale di Catania

Bimbo muore. Ma la malasanità faccia unire l'Italia

E mentre il tempo per battibeccare, opporsi, dividersi, discutere, polemizzare, prendere le distanze non manca mai, quello per salvare il piccolo Francesco ormai non c’è più. Il bimbo era nato appena tre giorni fa all’ospedale Cannizzaro di Catania, con parto cesareo, al termine del settimo mese di gravidanza. Subito, però, già durante il travaglio, aveva manifestato problemi respiratori. Il neonato non stava bene e aveva bisogno di cure urgenti, ma lì a Catania per lui non c’era posto, tutto pieno il reparto di terapia intensiva del Cannizzaro. E allora, via, di corsa alla struttura medica più vicina per tentare di fare qualcosa per questa piccola vita che pulsava sempre più flebile. L’elicottero del 118 atterrava all’ospedale Civico di Palermo, ma ancora non andava bene. Anche qui, pare, un altro intoppo: le strutture non erano adeguate e il bimbo è dovuto essere trasferito al Cervello, il centro più vicino ad avere apparecchiature adatte alla patologia. Ci hanno provato in tutti i modi i medici, ma dopo un giorno di disperati tentativi senza sosta, il piccolo non ce l’ha fatta. Francesco è morto ieri, senza avere avuto praticamente neppure il tempo di assaggiarla la sua vita.
«Mio figlio poteva essere salvato e anche il parto cesareo poteva essere eseguito prima. Mia moglie ha avuto un malore la mattina ed è entrata in sala operatoria solo nel pomeriggio», ha detto agli investigatori Angelo Marletta, che di Francesco era il papà. Dolore e rabbia non possono che essere soffocanti. Ma il problema, purtroppo non così isolato, è che la responsabilità rischia di non essere solo di un destino crudele e anonimo, ma di faccende umane, troppo umane. E che questo lutto finisca per rivelarsi come l’ennesimo caso di malasanità italiana. Sì, il sospetto c’è tutto, la denuncia è stata presentata dai coniugi Marletta, la procura di Palermo sta indagando, gli investigatori accertano la sussistenza del ritardo nei soccorsi per la mancanza di posti letto a Catania, il magistrato ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e fissato per martedì l’autopsia sul corpicino.
Ancora un episodio – è il timore martellante – che va ad aggiungersi all’ormai lungo elenco di falle nel sistema sanitario nazionale. Solo a strettissimo giro: i due neonati in culle adiacenti morti a Foggia per setticemia, l’anziano precipitato dall’ambulanza a Bari, il 29enne colpito da infarto a Pisa appena gli era stato diagnosticato tutt’altro, la donna trentina che non si è curata da un cancro per un ritardo dei referti. E intanto, immancabilmente, la percezione del cittadino è di sempre maggiore sfiducia verso la sanità pubblica e gli ultimi dati Eurispes registrano l’insoddisfazione profonda del 57,7% degli italiani, che in gran numero ammettono di non ricorrerebbero al privato solo per un discorso economico.
L’allarme riguarda tutta la penisola e il Sud con una incidenza ancora più drammatica: lo raccontano i fatti, lo confermano i dati, lo provano i tribunali. Ma, soprattutto, lo subiscono le persone. E allora, senza cavalcare strumentalmente l’onda emotiva di un neonato che muore, astenendosi dalle condanne verso chi ancora non è stato condannato e attendendo la doverosa chiarezza e (in caso di responsabilità) severità, però, di fronte a un episodio che non può lasciare indifferenti, una riflessione viene spontanea. E cioè che l’Italia dovrebbe una buona volta ritrovare la saggia lucidità di stringersi unita, almeno di fronte a certi problemi gravi che la riguardano intera. Superando dibattiti sterili e chiacchiericcio da salotto, accantonando speculazioni su faccende che sono certamente – e molto – problemi di serie b, per ritrovare finalmente un’unione che dà la forza ed è, in primis, a vantaggio del cittadino. Istituzioni, partiti, correnti, uomini: la sfida è di tutti e la politica è anche, e soprattutto, questo.

30 gennaio 2010

1 commento:

  1. finché ci sarà solo l'umiliante risarcimento ,nulla cambierà

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